Ispirazione

Era una stanza piccola ma graziosa, sembrava una bomboniera da quanto era curata, un’alcova perfetta per la situazione.
Il sole si stava spegnendo dietro le colline, gli ultimi raggi filtravano dalla finestra facendole brillare il piercing all’ ombelico.
Era stesa sul letto, nuda, portava solo un paio di autoreggenti, sapeva come farmi impazzire.
Io, in piedi di fronte a lei, la guardavo; lei, con i suoi grandi occhi fissava me, con quel suo timido sorriso adolescenziale; era angelo e demonio al tempo stesso.
Il suo corpo, i suoi lineamenti fini, era puro magnetismo, una calamita da cui non riuscivo a staccarmi.
Mi sedetti sul bordo del letto, affianco a lei e iniziai ad accarezzarla, prima sulla guancia poi sulla bocca, il collo, i  seni, sentivo i battiti del tuo cuore esplodere sotto la mia mano.
Liscia e morbida era la tua pelle sotto le mie dita, il calore del suo corpo esaltava il profumo di mandorla, quel profumo che avevo sentito spesso in passato; un passato fatto di passione, ardore e sentimenti, un passato dove il sesso spazzava via le tristezze della vita. Una vita, la sua, piatta, dove un matrimonio l’aveva rinchiusa in una gabbia che per quanto fosse dorata, rimaneva sempre imprigionata nell’ombra di sé stessa.
La mano scendeva lentamente fino ad arrivare alla sua essenza ormai umida; vedevo le sue labbra contorcersi come a soffocare un gemito.
Era stata una giornata molto calda e il sangue ribolliva dentro i nostri corpi eccitati. Sudore e fluidi si mischiavano incandescenti, dove frenesia e passione ci teneva intrecciati l’uno sull’altro e, mentre la notte scendeva, finimmo in un mondo sconosciuto, un vortice di piacere dove l’unica vera fine è l’estasi.

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